giovedì 16 aprile 2009

Assignment #3: Coltivare le connessioni

Arrivare alla fine dell'articolo scritto dal professore è stata molto, molto dura...forse perchè non riuscivo a concentrarmi e le parole scritte mi scorrevano davanti senza significato alcuno. Ma il succo del discorso suppongo di averlo colto: le reti, se ben funzionano, producono il nuovo.
Mi affascina il fatto che questo nuovo, seppur prodotto di più menti, che appunto costituiscono la rete (per definizione la rete è plurale), e quindi composto da più parti, possa dare al mondo un servizio più potente della mera somma delle possibilità dei suoi costituenti. Tuttavia mi affascina ancor di più la condivisione di materiale e servizi fra le reti; condivisione che contribuisce a formare una sovrastruttura, un organismo complesso e completo.
Andiamo alla realtà. La realtà nella natura si esprime nel fatto che le reti si poggiano su un'impalcatura, tessuta da un ente principale e centrale, dal quale esse dipendono (l'uomo dal suo cervello, le cellule dall'informazione contenuta nei loro nuclei...). Il fatto che non ci sia niente di controllato, che la proliferazione delle reti possa essere incontrollata mi mette un po' a disagio (sarà perchè sono figlio di un'epoca in cui tutto ormai è controllato da tutti???); sento la necessità che ci debba essere un modello da seguire e un conseguente scopo da raggiungere: il benessere dell'uomo, piccola e personale considerazione. Se le reti, nel loro iniziale fervore, riescono a mantenere presente una linea guida, certamente produrranno un nuovo buono. Ma allora la domanda sorge spontanea...la linea guida dove si poggiano queste reti da chi è stata stabilita? Mettiamo che non sia stata stabilita a priori...che si definisca man mano che le reti si sviluppino...qual è il limite tra cosa sia giusto e cosa sbagliato? Forse è il tempo che decide, e con lui l'evoluzione. Ciò che è dannoso si eliminerà naturalmente, e ciò che è buono alla fine riuscirà a spuntarla. Speriamo bene allora!!!

1 commento:

  1. Ma sei convinto che esista un buono e un cattivo? Non sono entrambi concetti ideati da noi uomini? E se tutti ritenessero che il cattivo è in realtà il "nuovo buono"? Chiunque potrebbe avere una propria idea di buono e di cattivo, e credo che la abbia...quindi, in un social networking, davvero ci si può affidare, secondo te, al buono e al cattivo, quando miliardi di persone hanno un'idea diversa di buono e di cattivo?

    ovviamente alle obiezioni io ci arrivo settimane dopo!ahahah! Però le domande filosofiche hanno un fascino immenso su di me...

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